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giovedì 29 maggio 2008

GRUPPI COMUNALI DI PROTEZIONE CIVILE

In questo periodo si sta cercando, un passo alla volta, di portare a compimento il percorso che dovrà approdare alla definitiva costituzione di un gruppo comuale di Protezione Civile.
E' prevista la possibilità, per i Comuni con pochi abitanti, di un gruppo unico sotto il controllo di più comuni.
La celerità italiana anche in questo senso è spaventosa: ci son volute molte tragedie, tra cui il terremoto del 23/11/1980 che ha colpito la nostra zona, e molti morti affinchè nel 1992 si arrivasse all' approvazione definitiva di una legge dello Stato, che istituiva di fatto la Protezione civile. Il tutto restava sulla carta, comunque.
Ci son voluti, tanto per pensare di dare riscontro effettivo ed operativo a quella legge, altri gravi episodi:
- il terremoto che colpì le regioni Marche ed Umbria alla fine del settembre 1997;
- la sciagura che colpì la Campania (Sarno, Quindici) nel maggio 1998;
- la tragedia del Molise e tante altre, con relativi morti.
Non averla vuol dire essere esposti al rischio morti, proprio come nei casi sopracitati.
Avercela, vuol dire avere la possibilità, sul territorio, di effettivi gruppi di sostegno ai soccorsi, o dei veri e propri gruppi di soccorritori in caso di calamità.
Tali gruppi, se non possono mettere le mani avanti per evitare le calamità, almeno possono limitare i danni, e magari evitare qualche morte.
Comunque sia, il nostro Comune si sta organizzando ed io ci sono.

Pubblicato da Alfredo Scafuri

CURIOSITA' (?)

In Sudan, un "ladro di bicicletta" viene condannato ad una pena non proprio adeguata al tipo di reato commesso: infatti, il soggetto resosi responsabile del furto di una bicicletta viene ucciso.
Dato il Paese in cui è avvenuto tale episodio (Sudan), non sarebbe una stranezza vera e propria se non per il modo in cui è avvenuto tale omicidio: infatti, l' autore del furto viene "giustiziato" con un "lanciatore di granate a razzo" (nel linguaggio comune, un bazooka).
Veramente un bel modo di eliminare i reati e chi li commette!
Potrebbe essere un modo di debbellare tali fenomeni anche in Italia? Non solo per furtarelli di questo tipo, ma per cose ben peggiori! E se per il furto di una bicicletta si usa un bazooka, per reati del tipo stupri o sfruttamento sessuale dei minori cosa ci vorrebbe?

Pubblicato da Alfredo Scafuri

martedì 13 maggio 2008

LA MIA ESPERIENZA LAVORATIVA DELL' ESTATE 2007

Tutto inizia a fine giugno, quando trovo un annuncio di lavoro di un' agenzia di lavoro temporaneo, o interinale che dir si voglia.
Quest' agenzia cercava per la stagione estiva 2007 una figura di lavapiatti.
Mi candidai a quest' annuncio (ciò avveniva in data 28/06/2007 nel pomeriggio). Vengo contattato il giorno dopo, 29/06, di mattina, per un primo cenno di disponibilità, e poi nel pomeriggio verso le ore 13:30, per comunicarmi che dovevo passare in agenzia, per firmare il contratto. Ero felice, finalmente, di andare a lavorare "con un contratto regolare", dato che qui, a Salerno e provincia, o lavori in nero o non hai molte possibilità di trovare un impiego, piuttosto direi quasi nulla.
Il contratto prevedeva una giornata lavorativa di 8 ore giornaliere, divise su tre turni, con 2 giorni di riposo settimanali, con vitto e alloggio compreso.
Iniziai a lavorare il 30/06, presso un complesso turistico di Casalvelino Marina (SA). Ben presto, però, ho avuto un' amara sorpresa: la giornata lavorativa si componeva non di otto ore giornaliere come da contratto, ma di 11 ore e mezza giornaliere nel migliore dei casi, che arrivavano anche a tredici, senza distinzione di sabati, domeniche o giorni della settimana.
Quando sono andato a firmare il prospetto delle ore lavorate nel mese di luglio (altra cosa strana, perchè mi sarebbe spettato un foglio di presenza da compilare, così come specificato nel contratto, foglio di presenza che non mi è stato mai consegnato). Tale foglio di presenza veniva compilato in direzione.
Nel dare uno sguardo "al foglio presenze che mi avevano compilato", noto qualcosa di strano: le giornate di lavoro sono passate da 5 a 6, le ore lavorate dalle 11 / 13 giornaliere a 7, nonchè i giorni di riposo sono solo le domeniche che non ho mai fatto. Chiedo spiegazioni.
Il direttore mi apostrofa: "Così è, se ti conviene è bene, se no te ne vai". Lo dico allo chef, ciò che mi era capitato, in quanto si prefiggeva di organizzare la cucina, perchè a suo dire, come di altri, il direttore non capisce nulla, ma mi viene data la stessa risposta.
Nell' informare di ciò l' agenzia, la mia richiesta non viene proprio presa in considerazione. Lo stesso mi capita anche per il mese di agosto. Guarda caso, però, il direttore si licenzia giusto qualche giorno prima che io andassi via e prima di firmare il prospetto del mese di agosto. In tale prospetto mi vengono tolti 14 giorni dai 30 totali, poichè a dire della vicedirettrice, in quei giorni io non avrei lavorato.
Qualche dato ve lo do: ho lavorato per 53 giorni, ne ho avuto pagati 42; 9 erano i giorni di riposo fatti, me ne risultano 19. Tanto per fare un altro esempio, ho lavorato per oltre 320 ore nel solo mese di luglio, me ne risultano appena 172. Adesso mi chiedo: chi ha bisogno di lavorare, può essere trattato in questo modo?
Per portare un po' di soldi a casa ed "aiutare la baracca", si può essere trattati come degli schiavi?
E' già difficile trovare "un lavoro regolare" qui a Salerno, ma "se questo è un lavoro regolare ...

Pubblicato da Alfredo Scafuri

martedì 29 aprile 2008

CENNI STORICI SUL COMUNE DI PELLEZZANO


L’ attuale territorio del Comune di Pellezzano ha vissuto tutta la storia del Meridione, dalla civiltà degli Etruschi a quella greco -
lucana, come dimostra il complesso archeologico di Fratte, dall’ avvento dei Picentini alla dominazione romana, come testimoniano la villa romana di Sava ed i vari rinvenimenti in tutta la valle, dalle invasioni barbariche alle incursioni saracene, dalla dominazione longobarda a quella borbonica.
Col passare dei secoli in queste terre si erano formati cinque distinti Casali incorporati nell’ Università di Salerno (Università si diceva allora in luogo di Comune).

L’ origine di questi Casali è da collegarsi alle guerre gotico-bizantine, alle incursioni barbariche ed alle lotte longobarde e normanne, quando, per ragioni di sicurezza, gli abitanti della costa trovarono rifugio nell’ entroterra ricco di boschi e di anfratti. I Casali pagavano all’ Università di Salerno tasse salate, senza avere concreti vantaggi.
Da un bilancio dell’ anno 1472 si rileva che l’ Università aveva stanziato per i Casali la irrisoria somma di 15 ducati e 3 canini, per cui essi erano costretti a provvedere a proprie spese alle opere di pubblica utilità. Principalmente per questo motivo fu inoltrata una istanza per la separazione dall’ Università. L’ istanza venne accolta dal Consiglio di Intendenza della Provincia e
nel dicembre del 1819 nacque il Comune di Pellezzano.
Prevalentemente agricolo in passato, con notevole attività anche nella pastorizia, Pellezzano ha visto nascere e svilupparsi l’ arte qualificata della lana e della concia delle pelli. E’ indicativo che nello stemma del Comune sia raffigurata una pecora su un pettine. Oggi l’ attività agricola è notevolmente ridotta e l’ arte della lana è scomparsa del tutto, ma c’ è una grossa presenza di
imprese di costruzioni, soprattutto dopo il sisma del 1980, una marcata presenza artigianale ed industriale nei settori del legno, del marmo e del ferro e numerose attività commerciali.
Il Comune è diviso in cinque frazioni: Pellezzano Capoluogo, Capezzano, Cologna, Coperchia e Capriglia.

DA VEDERE
Chiesa di Sant’ Anna in Pellezzano Capoluogo
Chiesa di Capriglia con il suo bel campanile
Chiesa di San Nicola di Bari a Coperchia
Un discorso a parte merita l’ Eremo dello Spirito Santo sulla collina omonima tra Capriglia e Pellezzano, di antica costruzione, forse perfino medievale. Fu Convento degli Agostiniani di Collereto. Attualmente è completamente ristrutturato.

EVENTI E MANIFESTAZIONI
Famosa a Pellezzano la sagra del Sciusciello, un particolare pane dal sapore squisito con imbottitura di salame e prosciutto
Sagra degli gnocchi a Coperchia
Sagra della “Sfiziosella”, una pizza con salame piccante a Capriglia

Pubblicato da Alfredo Scafuri
Informazioni storiche tratte da "SEGUENDO ULISSE" SITO: http://www.turismocampania.net/localita/pellezzano/pellezzano.htm