Viste le immagini e tutto ciò che di questi tempi giornali, telegiornali e quant' altro fa infomazione ci propinano, sembra che il detto, ripreso nel titolo, stia diventando, se non lo è già, la verità!
Pubblicato da Alfredo Scafuri
Foto riprese dai siti di Napoli Affari, America Oggi, Quotidiano.net, Italia Estera.net, La Stampa
domenica 15 giugno 2008
VEDI NAPOLI ... E POI MUORI!
venerdì 13 giugno 2008
IL LAVORO AL SUD ITALIA
Per chi è disoccupato, in Italia, e specialmente al Sud, risulta sempre più arduo trovare un lavoro. Lavoro che si può tradurre come segue: rapporto di lavoro a nero, (ir)regolare o regolare.
Nella prima ipotesi (il lavoro nero) sembra sia sempre più diffuso al Sud: non a caso ci si ritrova a dover fare i conti con una classe imprenditoriale rivolta sempre più a questo tipo di pratica. Oppure ad avere persone alle proprie dipendenze con un contratto che è solo uno "specchietto per le allodole" (seconda ipotesi, il lavoro (ir)regolare): ciò che è successo a me nell' estate scorsa (2007), dove di tutto ciò che era inserito nel contratto che ho firmato è rimasto solo sulla carta, ma non applicato al rapporto di lavoro posto in essere (da vedere "La mia esperienza lavorativa dell' estate 2007", pubblicata sul blog pellezzanolibera.blogspot.com).
Il lavoro regolare, invece, sembra sempre più una chimera, un qualcosa lontano anni luce dal mondo di oggi.
Di cose strane ne succedono, comunque.
Come nel caso del 2005: nel mese di novembre di quell' anno fui contattato da un' agenzia di lavoro temporaneo (o interinale) per un corso di formazione rivolto ad un' assunzione a breve termine. All' epoca era in fase di apertura un grosso centro commerciale quì, in provincia di Salerno. Così, c' era bisogno di reperire personale, o almeno formarlo, per l' eventuale inserimento (il corso fu finanziato dal Fondo delle imprese temporanee Forma.temp).
Fui contattato per questo corso di formazione, a cui partecipai. Questo corso di formazione (5 giorni di durata avente come figura in uscita quella di cassiere grande distribuzione) fu svolto all' inizio di dicembre. A seguito del corso, dovemmo produrre anche il libretto sanitario (costo 26,65 €), poichè serviva.
Dalla fine del corso, l' assunzione (prevista per la fine dello stesso mese) fu fatta dopo due mesi (a febbraio 2006).
Del corso, che prevedeva come figura in uscita quella di cassiere grande distribuzione, non ne fu tenuto conto: anzi, mi fu fatto un contratto come scaffalista, durata 11 giorni e dopo due giorni fui mandato via.
Casi strani: oltre quello appena descritto, vi è il fatto che dei 200 ragazzi che eravamo a fare il corso di formazione, sembra che in quell' ipermercato non ne lavori proprio nessuno.
Questo è uno dei tanti episodi a cui dare una risposta adeguata è abbastanza difficile.
Pubblicato da Alfredo Scafuri
giovedì 29 maggio 2008
GRUPPI COMUNALI DI PROTEZIONE CIVILE
In questo periodo si sta cercando, un passo alla volta, di portare a compimento il percorso che dovrà approdare alla definitiva costituzione di un gruppo comuale di Protezione Civile.
E' prevista la possibilità, per i Comuni con pochi abitanti, di un gruppo unico sotto il controllo di più comuni.
La celerità italiana anche in questo senso è spaventosa: ci son volute molte tragedie, tra cui il terremoto del 23/11/1980 che ha colpito la nostra zona, e molti morti affinchè nel 1992 si arrivasse all' approvazione definitiva di una legge dello Stato, che istituiva di fatto la Protezione civile. Il tutto restava sulla carta, comunque.
Ci son voluti, tanto per pensare di dare riscontro effettivo ed operativo a quella legge, altri gravi episodi:
- il terremoto che colpì le regioni Marche ed Umbria alla fine del settembre 1997;
- la sciagura che colpì la Campania (Sarno, Quindici) nel maggio 1998;
- la tragedia del Molise e tante altre, con relativi morti.
Non averla vuol dire essere esposti al rischio morti, proprio come nei casi sopracitati.
Avercela, vuol dire avere la possibilità, sul territorio, di effettivi gruppi di sostegno ai soccorsi, o dei veri e propri gruppi di soccorritori in caso di calamità.
Tali gruppi, se non possono mettere le mani avanti per evitare le calamità, almeno possono limitare i danni, e magari evitare qualche morte.
Comunque sia, il nostro Comune si sta organizzando ed io ci sono.
Pubblicato da Alfredo Scafuri
CURIOSITA' (?)
In Sudan, un "ladro di bicicletta" viene condannato ad una pena non proprio adeguata al tipo di reato commesso: infatti, il soggetto resosi responsabile del furto di una bicicletta viene ucciso.
Dato il Paese in cui è avvenuto tale episodio (Sudan), non sarebbe una stranezza vera e propria se non per il modo in cui è avvenuto tale omicidio: infatti, l' autore del furto viene "giustiziato" con un "lanciatore di granate a razzo" (nel linguaggio comune, un bazooka).
Veramente un bel modo di eliminare i reati e chi li commette!
Potrebbe essere un modo di debbellare tali fenomeni anche in Italia? Non solo per furtarelli di questo tipo, ma per cose ben peggiori! E se per il furto di una bicicletta si usa un bazooka, per reati del tipo stupri o sfruttamento sessuale dei minori cosa ci vorrebbe?
Pubblicato da Alfredo Scafuri